Il difficile approccio al percorso di fine vita del paziente In una RSA, uno dei compiti più delicati che gli operatori si trovano ad affrontare è l’accompagnamento dei pazienti verso la conclusione della propria vita. Questo ha conseguenze dirette però non solo sul paziente, ma anche sui suoi familiari e sull’operatore stesso. Ciò che può fare la differenza dunque, a parità di altre condizioni, sono le capacità del lavoratore di affrontare questo compito e di gestire efficacemente la situazione e le emozioni di chi è direttamente coinvolto. Appare dunque fondamentale, in un ambiente lavorativo come quello delle RSA, formare gli operatori su questi aspetti cruciali della loro mansione. Nello specifico, un corso di formazione sull’accompagnamento verso il fine vita dovrebbe vertere su alcuni punti imprescindibili: il significato e il vissuto della morte e del morire al giorno d’oggi, dai punti di vista delle differenti persone coinvolte; il tipo di sofferenza (fisica e psichica) che può attraversare il paziente in questa fase, al fine di assisterlo al meglio. Sarebbe inoltre indispensabile riflettere criticamente sul ruolo giocato dai professionisti e dalle figure di supporto in questo tipo di situazioni, dal punto di vista professionale, etico e clinico. Sempre da questa prospettiva, appare cruciale approfondire anche le modalità di gestione dell’evidente carico emotivo che tale mansione comporta, facendo leva sulle risorse personali e sociali a disposizione dell’operatore. L’obiettivo sarebbe quindi quello di fornire agli operatori gli strumenti indispensabili per fornire una dignitosa assistenza a pazienti e familiari nell’ultima fase della vita da un lato, e dall’altro per affrontare efficacemente, dal punto di vista personale, il vissuto che consegue a questo delicato compito. Come spesso accade a chi lavora in ambito sanitario, dunque, le capacità relazionali appaiono centrali per svolgere efficacemente – e proteggersi dalle conseguenze avverse de - la propria mansione. |