Super User Ancora troppo pochi i ricavi provenienti da fonti diverse da rette e FSR È quanto emerge da uno studio di benchmarking condotto dalll’Osservatorio RSA sulle strutture aderenti ad ARSAC. L’accordo siglato in giugno tra Osservatorio RSA e ARSAC ha già dato i primi frutti: un’indagine che ha coinvolto 26 delle 29 strutture che fanno parte di ARSAC, includendo anche alcune di quelle che non hanno aderito, almeno per il momento, all’Osservatorio. «Lo studio – spiega Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio RSA che ha curato l’indagine - è nato con l’obiettivo di sviluppare un processo di benchmarking esterno, relativo alla struttura dei costi e dei ricavi delle RSA associate ad ARSAC. Le analisi sono state sviluppate a tre livelli: articolazione percentuale della struttura dei ricavi e dei costi; quantificazione e confronto dei ricavi e dei costi per giornata di assistenza (gg totali); quantificazione e confronto dei ricavi e dei costi per posti su base annua (PL autorizzati). Tutte le analisi sono state prodotte a partire dai dati dichiarati nella sezione economica delle schede struttura 2014». Ma veniamo ai risultati: come si vede più dettagliatamente in tabella, il ricavo medio giornaliero varia da un minimo di 83,18 euro a un massimo di 112,96, con un media di 98,81 euro. Laparte preponderante dei ricavi deriva dalle rette, seguite dal Fondo Sanitario Regionale. È davvero minima la quota proveniente da attività diverse, che è prossima allo zero nel caso dei ricavi minimi e più alta (ma sempre relativamente scarsa rispetto al resto) per la struttura con i ricavi più alti. È probabilmente questa la voce su cui le RSA dovrebbero quindi lavorare per migliorare il proprio conto economico, offrendo servizi anche agli esterni, instaurando collaborazioni con aziende ed enti, mettendo a disposizione i propri spazi per attività diverse.... Venendo ai costi giornalieri, essi variano da un minimo di 84,82 euro al giorno per posto letto a un massimo di 117,91, con un media di 98,73 euro/pl. La voce di costo più elevata è rappresentata dal personale addetto all’assistenza, seguito dall’attività di supporto e dalle attività alberghiere. All’ultimo posto i costi per beni e servizi sanitari. Le strutture cremonesi oggetto dell’indagine sono sostanzialmente in pareggio con un utile medio di 0,08 euro al giorno per posto letto. Analizzando i dati per classe dimensionali, le strutture relativamente più profittevoli sono quelle medie e medio grandi, che realizzano giornalmente un utile di 0,28 e 2,03 euro/PL rispettivamente. In rosso, invece, i conti delle RSA più piccole (–0,73 euro/PL giorno) e di quelle grandi, che perdono mediamente 1,37 euro al giorno per posto letto, come si vede in dettaglio nelle tabelle. Previous Article Il difficile approccio al percorso di fine vita del paziente Next Article Lo Statuto